Vivere lo Yoga n.69

Vivere lo Yoga n.69

Vivere lo Yoga n. 69,  a cura di Nieves Lopez

L’obiettivo ultimo delle posizioni yoga non sono le posizioni stesse, ma liberare la respirazione per cambiare il nostro stato mentale: solo allora abbiamo accesso al benessere psicofisico che offre la pratica dello yoga. La mente e il respiro appartengono al corpo, e per questo le posizioni yoga sono lo strumento migliore per arrivare alla nostra meta più alta.  

Prendersi cura del respiro e del sistema nervoso è la caratteristica fondamentale della pratica yoga. E’ anche per questo che tutte le posizioni yoga sono indirizzate direttamente o indirettamente verso la schiena, non solo per rilassare i muscoli o allineare la colonna vertebrale (che già sarebbe tanto!!!) ma soprattutto:

  • per lo stretto rapporto che ha la colonna vertebrale con il diaframma, il muscolo principale della respirazione (non dobbiamo dimenticare che il diaframma si inserisce sulla parte antero-laterale delle vertebre lombari L1, L2, L3, L4);
  • perché la colonna vertebrale è la sede del sistema nervoso centrale, (il sistema nervoso centrale è composto dall’encefalo e dal midollo spinale ) ed è da qui che partono i nervi verso tutto il corpo.

Curare la tua schiena significa curare il tuo respiro e il tuo sistema nervoso: queste tre parti vanno di pari passo, quando migliora una, migliorano tutte e tre.

Le posizioni yoga sprigionano tutti i movimenti che la colonna vertebrale può fare o meglio ancora che è nata per fare! Nella vita quotidiana della maggior parte delle persone i movimenti sono ridotti al minimo, sono ripetitivi e automatici. Questo, unito ad uno stile di vita poco armonico (ci riposiamo poco, mangiamo male,…) fa sì che prima o poi la nostra schiena, il nostro respiro e il sistema nervoso centrale ne risentano. La colonna vertebrale e i muscoli della schiena per stare in salute hanno bisogno di essere attraversati dal movimento.

Ci sono due tipi di movimento nella pratica:

  • il primo è il movimento che facciamo passando da una posizione all'altra: questi sono movimenti più lunghi e più visibili dall’esterno;
  • l’altro è il movimento generato all'interno della posizione, chiamato anche azione: è un movimento che ha bisogno di più attenzione e consapevolezza, perché è più piccolo, più "nascosto", meno accessibile e più preciso.


La schiena dovrebbe poter fare movimenti di estensione, allungamenti in avanti e indietro, movimenti orizzontali, verticali, diagonali e rotazioni laterali. Inoltre è necessario che un buon insegnante yoga guidi l’allievo anche verso i movimenti più piccoli, più interni per una pratica più approfondita, consapevole e ricca.

Le asana, cioè le posizioni, fanno esercitare la totalità del corpo, ed è importante imparare ad arrivare alla schiena attraverso i piedi e le gambe, attraverso le mani e la bracciaogni parte del corpo è collegata in qualche maniera alla colonna vertebrale. Avere consapevolezza durante pratica significa arrivare a  percepire il corpo come un tutt’uno ed imparare a connettere ogni parte del corpo a tutto il resto.

Attraverso il movimento, le asana da una parte tonificano i muscoli e dall'altra lo rendono flessibile, cercando il perfetto equilibrio tra contrazione e distensione, forza e allungamento. La vera essenza di un’ asana risiede nel movimento costante, la posizione si rinnova e si intensifica ogni secondo. 

 

 

Gli esercizi di allungamento proposti durante la pratica dello yoga non solo rilassano la muscolatura e i nervi, ma stimolano il movimento: maggiore è la flessibilità maggiore sarà la lunghezza del movimento. Il movimento è vita! Maggiore è il range di movimento maggiore sarà la quantità di energia vitale che circola nel corpo. Le posizioni cercano di liberare ogni movimento intrappolato nel corpo, lavorano con le resistenze al movimento, con i freni, con le tensioni, che impediscono al corpo di muoversi. Fare solo questo, però, non basta! Ci vogliono il respiro e la consapevolezza, bisogna cioè usare il corpo in maniera tale da riuscire a coinvolgere il sistema nervoso.  

La schiena è presente durante tutta la lezione di yoga, o meglio ancora bisognerebbe dire che   dovremmo essere presenti nella schiena durante tutta la lezione di yoga!

La pratica dello yoga diventa così davvero olistica, speciale e completa, soprattutto  perché si diventa protagonisti del proprio miglioramento: sviluppare consapevolezza verso il proprio corpo è la chiave maestra verso la trasformazione; non ci può essere una vera e propria trasformazione se non si diventa responsabili in prima persona.

Siamo abituati a dare il merito della nostra guarigione all’osteopata, al fisioterapista, al medico, al sacerdote e cosi via: durante la pratica impariamo a prenderci cura di noi stessi; l’insegnante è una guida, ma la consapevolezza deve essere solo nostra.

Il fatto che la schiena si trova nella parte posteriore del corpo ci impedisce guardarla, di mantenere un contatto visivo con lei; per questo bisogna sviluppare sensibilità nel sentire la schiena, imparare “ad essere nella schiena”, avere la percezione di come si comporta dopo un nostro movimento.

Lo Yoga correttivo con attrezzi facilita lo sviluppo progressivo e graduale dell'esercizio e la correzione degli errori comuni e delle tendenze da evitare. Favorisce la correzione posturale lavorando sugli allineamenti basici e aperture articolari. Le lezioni sono ricche di brevi spiegazioni tecnico-pratiche e raccomandazioni che aiutano l'allievo a comprendere il proprio corpo e cosa si sta facendo.

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