Vivere lo Yoga n. 86 di Aprile - Maggio 2019

Vivere lo Yoga n. 86 di Aprile - Maggio 2019

Allineamenti si allineamenti no, questo è il dilemma.

Vivere lo Yoga n. 86 di Aprile - Maggio 2019, a cura di Nieves Lopez 



Nel sempre più vasto e paradossale mondo dello Yoga è in corso un confronto sugli allineamenti: c'è chi è a favore e chi è assolutamente contrario. Sembra obbligatorio schierarsi da una parte o dall’altra, come se si trattasse di squadre di calcio da tifare. Si avverte la rivalità di chi difende uno o l’altro punto di vista. Si percepisce addirittura il rifiuto di chi non sopporta neppure l’idea che possa esistere un qualsiasi, remoto, allineamento, e l’indifferenza di chi, se non ci sono, si domanda se quello che pratica è veramente Yoga.

Nel primo caso il praticante si sente quasi aggredito dalla possibile richiesta di allineare qualcosa, nel secondo, o ci si allinea o lo Yoga non ha proprio senso. Esistono tipologie di pratica che sembrano vedere solo curve e morbidezza ovunque, e altre che vedono solo linee diritte e una sorta di ossessione per “raddrizzare” ogni cosa. Nel dubbio, alcuni insegnanti provano a inserire nelle lezioni qualche istruzione riguardo agli allineamenti ma senza capire molto di cosa tratta, spinti dal dubbio e nel caso, esistessero davvero. Esistono quindi tre grandi approcci alla pratica Yoga:

1
L’approccio Hatha Yoga generico e ogni tipo di yoga yin.
Tutto è morbido, rilassante, con dinamismo o sforzo muscolare ridotti al minimo. Curve, e arrotondamenti sono facili. Lo slogan potrebbe essere: imparate a "mollare", lasciate andare. Poco sforzo e zero “richieste tecniche”; non c’è niente da raggiungere, cambiare o allineare. Non ci sono grandi esigenze e ci si muove in maniera facile e comoda.

2
L’approccio dinamico
Prevale il movimento e lo sforzo continuo e questo limita l’approfondimento della tecnica. Non c’è molto tempo perchè si passa velocemente da una posizione all’altra. Non c’è particolare ricerca di allineamento, anche se a volte ci si prova. All'interno di questa categoria sono compresi i metodi che entrano nel vinyasa (movimento)  intervallati da più pause.
In questi casi si potrebbe parlare di allineamento, ma in maniera superficiale, perché comunque il movimento non lo permette al cento per cento. 

3
L’approccio tecnico o  posturale.
Il metodo di riferimento in questo caso sarebbe lo Iyengar Yoga che lavora sulla precisione, sulla staticità e sull’allineamento come nessun altro. Si vedono più linee diritte che curve, e c’è sempre da fare "qualcosa" in una maniera particolare o tecnica, c’è sempre da arrivare in un punto ben preciso, distendendo e coinvolgendo le zone del corpo in maniera precisa. Il rischio è che a volte la ricerca smisurata di questi “allineamenti“, può creare rigidità e mancanza di morbidezza. L’allineamento Iyengar Yoga, prevede lo sviluppo, in maniera parallela, della ricerca di stabilità che a sua volta viene rinforzata dall’uso degli attrezzi.

Chi ha ragione? Conviene cercare l’allineamento o non serve?
Prima di provare a rispondere sarebbe opportuno chiarire cosa significa la parola “allineamento” nella pratica Yoga, per evitare fraintendimenti.
C’è chi pensa, in maniera riduttiva e assurda che allineamento significhi cercare fisicamente linee rette, anche se nel corpo queste praticamente non esistono.
C’è chi pensa che esistano nell’immaginario collettivo ma non ha certezza di cosa siano.
C’è chi pensa che esistano ma che non sono cosi importanti nella pratica. Oltre l'apparenza
Un allineamento fisico è composto da due punti fisici in connessione tra di loro; si parlano, comunicano. C’è un vincolo che unisce uno all’altro. Questo pero è anche Yoga, unione, collegamento.
Ecco, ci siamo. Questi allineamenti appartengono alla anatomia funzionale del nostro corpo. Facciamo un esempio: allungare il sacro verso il basso in Tadasana e far rientrare il coccige abbassa leggermente il processo xifoideo e rilassa la bocca dello stomaco. Questo facilita la discesa del diaframma nell'inspirazione.
Sempre in Tadasana, allungare i polpacci in basso verso il tallone (occorre distendere bene le gambe, attivando il quadricipite) facilita l’apertura dell'inguine e porta il bacino in posizione neutra (ne anteroversione ne retroversione). Oppure, ruotare le spalle in fuori (extraruotare) è fondamentale per una buona apertura del torace. Spesso quando viene chiesto di aprire il torace, l'allievo spinge la parte bassa dello sterno o la bocca dello stomaco in avanti. Cosi non solo non apre il torace ma blocca il movimento naturale del diaframma. Quando parliamo di apertura del torace, si fa riferimento alla parte alta del torace, la parte chiusa. Sicomme le spalle "appartengono" alle scapole, alla parte posteriore del torace (il dorso), una maggiore larghezza anteriore delle spalle facilita l'avvicinarsi delle scapole e un movimento in avanti verso il torace, facilita l'apertura del torace.
In definitiva, quindi, gli allineamenti non servono a cambiare il corpo (o ad adattarlo a dei parametri), ma a renderlo intelligente e sensibile e muoverlo in sicurezza. L’allineamento crea rapporti intimi tra le zone del corpo, come in una grande famiglia.
Ma se questo allineamento si realizza attraverso linee curve o diritte, non ha importanza. Bisogna imparare ad integrarle entrambe, dato che fanno parte della stessa unità.
Il primo e più importante “allineamento fisico” è con la forza di gravità. Dal momento che siamo nati per assumere una posizione eretta, la gestione del peso del corpo dipende dal baricentro, o centro di gravità.

Da questo allineamento fondamentale nasce il concetto di "neutro" riferito alla posizione del bacino, del torace, della testa, ecc. Per un movimento corretto occorre uscire dal neutro, muoversi e ritornare al neutro; solo cosi si impara a muoversi a 360 gradi. Questo porta ad un vero lavoro di consapevolezza dal momento che quasi nessuno si muove partendo dal neutro; purtroppo, cominciamo a perdere questa attitudine dal momento che cominciamo a relazionarci con la gravità da bambini. Ma è proprio approfondendo questo presupposto che appaiono linee curve e linee rette. Nelle posizioni statiche, fondamentalmente appaiono allineamenti a linea retta, ma non appena cominciamo a muovere il corpo iniziano ad apparire gli allineamenti e linee curve. 

La ricerca dell’allineamento viene prodotta dalla stabilità (per questo, l'uso degli attrezzi, aiuta a creare staticità) ma anche dall'instabilità, se utilizziamo un po’ di più il nostro “attrezzo jolly” più prezioso, il “core” (diaframma pelvico, toracico, trasverso e multifido). Quando ci si muove è proprio il core che crea e sostiene ogni allineamento. conclusione, esistono linee curve e rette, e non per forza bisogna essere a favore o contro dell'una o dell’altra. Siamo più favorevoli al sole o alla luna? La qualità dell’insegnante consiste nel capire entrambe e integrandole in un perfetto equilibrio.
Lo sviluppo della tecnica, nella pratica Yoga, analizza come funziona il corpo, ed è sufficiente questo per non escludere ne una ne l’altra, dato che sono complementari nella ricerca del vero allineamento. Nello Yoga c'è poesia, accoglienza e distensione… ma anche geometria, calcolo e matematica. Il messaggio finale quindi è il seguente:

«Non hai bisogno di scegliere ma di integrare». 
Yoga Correttivo ® di Nieves Lopez

Postura, Movimento, Respiro consapevole 
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